Tesla sotto accusa per incidente mortale in Florida

Giulia Conti

Processo legale avviato a Miami contro il colosso automobilistico

Un raro processo civile è iniziato a Miami, dove Tesla è chiamata a rispondere in tribunale per il ruolo potenzialmente determinante avuto dal suo sistema di guida assistita Autopilot in un incidente mortale avvenuto nel 2019. L’episodio ha coinvolto una studentessa universitaria, Naibel Benavides Leon, travolta da una Model S lanciata a oltre 112 km/h mentre si trovava ferma a bordo strada con il fidanzato per osservare le stelle, vicino a Key West, in Florida.

Le accuse: responsabilità del sistema Autopilot

Gli avvocati dei familiari della vittima sostengono che il sistema Autopilot non avrebbe rilevato i segnali di pericolo e non avrebbe attivato la frenata automatica, permettendo al veicolo di ignorare un incrocio con semaforo lampeggiante rosso, uno stop e una curva a T, schiantandosi contro un Chevrolet Tahoe parcheggiato. L’impatto ha spinto l’auto ferma a ruotare violentemente, investendo Benavides Leon e sbalzandola a oltre 23 metri di distanza, uccidendola sul colpo. Il suo compagno, Dillon Angulo, è rimasto gravemente ferito.

Tesla scarica la colpa sul conducente

La casa automobilistica di Elon Musk rigetta ogni accusa, attribuendo la responsabilità al conducente della Model S, George McGee, il quale stava cercando un cellulare caduto al momento dell’incidente. Tesla sostiene che il sinistro non è riconducibile a un malfunzionamento del software, bensì a una distrazione umana, problema frequente nella guida da quando esistono i telefoni mobili. McGee è stato citato in giudizio separatamente e ha raggiunto un accordo extragiudiziale con i querelanti.

Rischio reputazionale per il futuro dei robotaxi

Questo processo rappresenta una minaccia per Tesla proprio nel momento in cui l’azienda si prepara a lanciare centinaia di migliaia di robotaxi sulle strade statunitensi entro la fine del 2026. Una sentenza sfavorevole potrebbe compromettere la fiducia del pubblico nella sicurezza dei veicoli autonomi, incidendo negativamente sulla strategia commerciale del marchio nel settore della mobilità driverless.

Possibilità di danni punitivi apre un precedente

Il caso è considerato particolarmente rilevante anche perché, a differenza della maggior parte delle controversie legali di Tesla risolte con accordi privati, si svolge davanti a una giuria popolare. La giudice Beth Bloom del Distretto Sud della Florida ha autorizzato i familiari della vittima a richiedere danni punitivi, una misura eccezionale che potrebbe comportare conseguenze economiche rilevanti per Tesla. La giudice ha respinto le accuse di difetti di fabbricazione e falsa rappresentazione, ma ha stabilito che esistono elementi sufficienti per valutare la responsabilità di Tesla in termini di negligenza grave e mancato rispetto della sicurezza umana.

La questione della fiducia nelle tecnologie autonome

I legali della famiglia Benavides hanno sottolineato che il conducente si fidava del fatto che il sistema Autopilot avrebbe rilevato eventuali ostacoli, rallentando o fermando l’auto. Secondo Tesla, però, la documentazione fornita agli utenti specifica in modo chiaro che il veicolo non dispone di capacità di guida completamente autonoma e che il conducente deve restare costantemente vigile e pronto a prendere il controllo del mezzo in qualsiasi situazione. Questo processo potrebbe aprire un confronto giudiziario più ampio sul livello di affidabilità dei sistemi di assistenza alla guida e sul modo in cui vengono presentati agli utenti.


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