Washington impone dazi del 30% su UE e Messico

Sofia Esposito

Trump annuncia nuove tariffe a partire da agosto

Il presidente statunitense Donald Trump ha ufficializzato l’imposizione di dazi del 30% sulle importazioni provenienti dall’Unione Europea e dal Messico, con decorrenza dal 1° agosto 2025. La decisione è stata comunicata direttamente alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen tramite una lettera formale, in cui si fa riferimento ai persistenti squilibri commerciali tra le due sponde dell’Atlantico.

Secondo quanto dichiarato, le misure mirano a contrastare il deficit commerciale degli Stati Uniti verso l’Europa, ritenuto eccessivo e determinato da barriere tariffarie e normative europee. La Casa Bianca ha specificato che i nuovi dazi si aggiungono a quelli settoriali già in vigore.

Mancato accordo tra Bruxelles e Washington

L’annuncio giunge al termine di mesi di negoziati infruttuosi tra Stati Uniti e Unione Europea, che non hanno portato ad alcuna intesa commerciale. Trump ha definito la misura come moderata, specificando che un livello di dazi superiore sarebbe stato necessario per colmare l’attuale squilibrio.

L’amministrazione americana aveva infatti precedentemente proposto dazi fino al 50% nei confronti dell’Europa, indicati come parte di un più ampio programma protezionista volto a riequilibrare gli scambi commerciali. Gli Stati Uniti chiedono ora accesso totale al mercato europeo, senza dazi o restrizioni, come condizione per evitare ulteriori inasprimenti.

Rischio di escalation e risposta dell’UE

La presidente della Commissione Europea ha definito la decisione dannosa per le catene di fornitura transatlantiche, sottolineando il rischio di ricadute negative per imprese, lavoratori e consumatori su entrambe le sponde dell’oceano.

Bruxelles ha avviato un percorso per cercare una soluzione negoziata prima dell’entrata in vigore delle tariffe, ma ha anche avvertito che, in caso di mancata intesa, verranno adottate contromisure proporzionate a tutela dell’economia europea. Tra le opzioni sul tavolo ci sarebbero ritorsioni tariffarie mirate e ricorsi legali in sede WTO.

Dazi estesi ad altri Paesi: Canada, Asia e Africa coinvolti

La nuova politica commerciale statunitense non colpisce soltanto Europa e Messico. Trump ha infatti annunciato dazi simili anche contro altri Paesi. Tra questi:

  • Giappone, Corea del Sud, Tunisia, Malesia e Kazakistan: dazi al 25%
  • Sudafrica e Bosnia-Erzegovina: 30%
  • Indonesia: 32%
  • Serbia e Bangladesh: 35%
  • Cambogia e Thailandia: 36%
  • Laos e Birmania: 40%

Il Canada è stato colpito da tariffe del 35%, giustificate dalla Casa Bianca come reazione a presunti favoritismi doganali e sanitari e alla diffusione del fentanyl, che Trump attribuisce a un controllo inefficace dei flussi al confine settentrionale.

Preoccupazione italiana e invito alla moderazione

In una dichiarazione ufficiale, Palazzo Chigi ha espresso attenzione per gli sviluppi e pieno sostegno alla Commissione Europea nelle trattative. L’Italia ha invitato tutte le parti a evitare una polarizzazione del confronto, sottolineando la necessità di raggiungere un compromesso per preservare l’equilibrio degli scambi e la stabilità economica globale.

Le nuove tariffe potrebbero influenzare negativamente settori chiave dell’export europeo, in particolare automotive, agroalimentare, farmaceutico e meccanica di precisione, rendendo più difficile la competitività delle imprese europee sul mercato nordamericano.