Una nuova barriera digitale per proteggere i dati
Google ha lanciato un innovativo strumento basato sull’intelligenza artificiale per difendere i file salvati su Drive, con l’obiettivo di contrastare la crescente minaccia dei ransomware, tra le forme di criminalità informatica più diffuse degli ultimi anni. La nuova funzione è pensata per rilevare rapidamente attività sospette e bloccare la sincronizzazione dei dati, evitando che l’attacco si propaghi attraverso i dispositivi collegati al cloud.
Il rilascio interessa inizialmente la versione desktop di Google Drive, integrata all’interno della suite Google Workspace, offrendo un ulteriore livello di protezione per le aziende e le organizzazioni che utilizzano quotidianamente i servizi cloud del colosso di Mountain View.
Ransomware, un pericolo in continua evoluzione
Negli ultimi anni gli attacchi ransomware hanno subito una rapida evoluzione. Oltre alle classiche infezioni che criptano i file e chiedono un riscatto per sbloccarli, si sono diffusi anche i cosiddetti data grab-and-leak, che puntano al furto e alla diffusione dei dati sensibili delle vittime.
Secondo i più recenti rapporti di sicurezza informatica, i ransomware continuano a colpire aziende, enti pubblici e utenti privati, generando danni economici stimati in miliardi di dollari a livello globale.
La nuova tecnologia introdotta da Google mira a contenere questo rischio, agendo nel momento in cui il sistema rileva comportamenti anomali o modifiche massive ai file che potrebbero indicare un’infezione in corso.
Come funziona il sistema di difesa
La protezione implementata da Google si basa su un modello di machine learning addestrato su milioni di esempi di file compromessi, capaci di insegnare al sistema a riconoscere i segnali tipici di un ransomware.
Quando Drive rileva un’attività potenzialmente dannosa, interrompe immediatamente la sincronizzazione dei file, impedendo che i documenti infetti vengano copiati sul cloud. In questo modo, i dati già archiviati restano intatti e gli utenti possono ripristinarli facilmente.
Per gli utenti aziendali di Google Workspace, il vantaggio è duplice: da un lato si riducono i tempi di reazione in caso di attacco, dall’altro si ottiene una protezione uniforme per i file di qualsiasi formato, indipendentemente dal dispositivo in uso.
I limiti della nuova tecnologia
Nonostante l’efficacia del nuovo sistema, Google ha sottolineato che la funzione non rappresenta una soluzione definitiva contro il fenomeno dei ransomware. Il suo impiego, infatti, è limitato alle versioni Windows e macOS di Drive, mentre non copre i file archiviati localmente o in piattaforme di archiviazione diverse.
Inoltre, la protezione è disponibile solo per clienti business e istituzionali, lasciando momentaneamente esclusi gli utenti privati. Tuttavia, la società ha annunciato che continuerà a sviluppare nuove funzionalità basate sull’intelligenza artificiale anche per i profili personali.
Altri provider come Microsoft OneDrive e Dropbox offrono già strumenti simili, ma la tecnologia di Google si distingue per la capacità di intervenire in tempo reale e per la sua integrazione diretta con gli altri servizi di sicurezza dell’ecosistema, come Chrome e Gmail, creando una rete di difesa più ampia.
Verso un nuovo modello di sicurezza cloud
Con questa innovazione, Google rafforza la propria strategia nel campo della cybersecurity, puntando su sistemi predittivi e automazione intelligente. L’obiettivo è ridurre drasticamente l’impatto degli attacchi informatici, minimizzando il rischio di perdita dei dati e garantendo la continuità operativa delle aziende.
L’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle piattaforme cloud segna un ulteriore passo verso un modello di sicurezza proattivo, capace di reagire in pochi secondi alle minacce e di apprendere dai comportamenti malevoli per migliorare continuamente le difese.
Il nuovo strumento conferma la direzione intrapresa dal colosso tecnologico: unire innovazione, prevenzione e resilienza digitale per proteggere uno dei beni più preziosi dell’era moderna — i dati.