Bruxelles contesta il modello “a pagamento o consenso”
Il colosso tecnologico Meta, guidato da Mark Zuckerberg, torna al centro delle tensioni tra le Big Tech e l’Unione Europea. Dopo aver già ricevuto sanzioni per quasi 1 miliardo di euro in meno di un anno, il gruppo è ora minacciato da nuove misure correttive a causa di presunte violazioni del Digital Markets Act (DMA). La Commissione Europea ha infatti sollevato dubbi sull’offerta di Meta che prevede servizi senza pubblicità in cambio di un pagamento o del consenso esplicito alla raccolta dei dati.
Digital Markets Act: Meta ancora non conforme
Secondo quanto emerso da Bruxelles, le modifiche introdotte da Meta alla propria piattaforma sono risultate insufficienti per garantire la conformità alle nuove regole digitali europee. La Commissione, in particolare i team della Commissaria per la Concorrenza Teresa Ribera e della responsabile per le politiche digitali Henna Virkkunen, ha contestato la limitata portata degli adeguamenti effettuati da Meta rispetto a quanto richiesto dalla normativa.
Questo scenario ha aperto la strada a una procedura formale che potrebbe sfociare in sanzioni periodiche, qualora l’azienda non proceda con ulteriori aggiustamenti. A detta della Commissione, Meta avrebbe ricevuto una nuova lettera ufficiale che evidenzia le criticità ancora irrisolte nella gestione dei dati personali e nelle modalità di accesso ai propri servizi digitali.
Una storia recente fatta di sanzioni milionarie
La situazione attuale segue una prima multa di 200 milioni di euro, comminata ad aprile, e preceduta da una sanzione ancora più elevata: 798 milioni di euro inflitti nel novembre 2024 per aver collegato indebitamente Facebook Marketplace al social network principale. L’operazione è stata interpretata come un abuso di posizione dominante, in violazione delle regole sulla concorrenza.
Meta non è l’unico big tech nel mirino dell’UE
Il caso Meta si inserisce in un contesto più ampio, che vede diversi giganti del digitale sotto osservazione da parte delle istituzioni europee. Anche Apple è stata colpita da una multa di 500 milioni di euro per pratiche ritenute scorrette nel funzionamento dell’App Store, mentre Google ha ricevuto avvisi formali per problematiche legate a ricerca e Play Store.
Questi provvedimenti rientrano nel quadro del Digital Markets Act, entrato in vigore per contenere l’influenza delle grandi piattaforme online e garantire un mercato più aperto e competitivo all’interno dell’Unione Europea.
Possibili sviluppi giudiziari nel contenzioso Meta-UE
Se Meta decidesse di opporre ricorso alle nuove sanzioni, la questione potrebbe spostarsi sul piano giudiziario, portando il caso all’attenzione dei tribunali europei. Un eventuale contenzioso potrebbe mettere alla prova la solidità legale del Digital Markets Act stesso, in quanto i giudici dovrebbero valutare se le autorità di Bruxelles abbiano ecceduto nell’interpretazione o nell’applicazione del regolamento.
Nel frattempo, l’Unione Europea ribadisce la volontà di far rispettare pienamente le nuove norme, mentre Meta continua a sostenere di offrire opzioni che vanno oltre i requisiti minimi previsti dalla legge. Il confronto tra regolatori e Big Tech, tuttavia, è destinato a proseguire, con risvolti economici e giuridici che potrebbero influenzare l’intero settore.