Phishing: utenti verificati falsi ingannano le aziende

Giulia Conti

Attacchi sempre più sofisticati contro obiettivi aziendali

Il panorama delle cybertruffe evolve rapidamente, e una nuova ondata di email fraudolente sta mettendo in seria difficoltà anche i sistemi aziendali più preparati. I criminali informatici utilizzano tecniche avanzate di ingegneria sociale, progettando messaggi su misura che imitano perfettamente comunicazioni ufficiali. A rendere ancora più insidioso il fenomeno è l’utilizzo di badge di verifica falsificati, apparentemente identici a quelli rilasciati da piattaforme affidabili, posizionati accanto al nome del mittente per aumentare la credibilità dell’email.


L’illusione della credibilità attraverso badge falsi

Le email fraudolente si distinguono per il loro elevato grado di personalizzazione. Il nome del destinatario è spesso menzionato più volte nel testo, e l’oggetto della comunicazione sembra essere perfettamente contestualizzato rispetto al ruolo aziendale della vittima. A completare l’inganno, il nome del mittente è accompagnato da un finto simbolo di utente verificato, convincente a tal punto da trarre in errore anche chi ha familiarità con le dinamiche di sicurezza digitale.


Documenti manipolati e codici QR trappola

Uno degli stratagemmi più diffusi prevede l’invio di un presunto “Manuale per dipendenti” allegato all’email. Il file, che sembra contenere nuove procedure interne, presenta un layout credibile con indice e copertina personalizzata. Tuttavia, il documento rimanda alla consultazione del testo completo tramite un QR Code: una volta scansionato, si viene indirizzati a una pagina web esterna che chiede l’inserimento delle credenziali aziendali.


Obiettivo: accesso ai sistemi e furto di dati sensibili

Inserendo le credenziali richieste, la vittima fornisce inconsapevolmente all’hacker l’accesso alla rete interna dell’azienda. Questo permette ai criminali di sottrarre informazioni riservate, tra cui dati personali, finanziari o documenti interni strategici. Tali dati possono essere rivenduti nel dark web, utilizzati per ulteriori ricatti oppure restituiti solo dopo il pagamento di un riscatto digitale. Il danno economico e reputazionale per l’impresa può risultare catastrofico.


Strategie preventive e importanza della verifica interna

Gli esperti di cybersicurezza sottolineano l’importanza di non rispondere a richieste sospette e di non inserire dati sensibili in siti non verificati. È fondamentale che i dipendenti si abituino a contattare direttamente i reparti competenti, come quello delle risorse umane, utilizzando canali ufficiali e indipendenti da quelli su cui arriva il messaggio. Anche un apparente utente verificato può rivelarsi parte di un elaborato tentativo di intrusione.